Diritto sindacale e relazioni industriali - CSDDL.it - Centro Studi Diritto Dei LavoriCentro Studi Diritto dei Lavori - Bisceglie - A cura dell'Avv. Antonio Belsito e del Prof. Gaetano Venetohttp://www.csddl.it/csddl/diritto-sindacale-e-relazioni-industriali/atom.html2021-03-12T13:00:21ZJoomla! 1.5 - Open Source Content ManagementLegge n. 300/19702015-04-07T17:03:34Z2015-04-07T17:03:34Zhttp://www.csddl.it/csddl/statuto-dei-lavoratori/legge-n.-300-1970.htmlAdministratorinfo@codexa.it<p>Legge n. 300/1970</p><p> </p><p> </p><p>Legge n. 300/1970</p><p> </p><p> </p>23 luglio 2013: La sentenza della Corte costituzionale2013-07-25T07:20:43Z2013-07-25T07:20:43Zhttp://www.csddl.it/csddl/diritto-sindacale-e-relazioni-industriali/23-luglio-2013-la-sentenza-della-corte-costituzionale.htmlAdministratorinfo@codexa.it<p align="center"><strong><font style="font-size: 24px" color="#000000"> 23 luglio 2013: La sentenza della Corte costituzionale</font></strong></p><p align="justify"> </p><p align="justify"><u><strong><font style="font-size: 16px" color="#ff0000">02/07/2013 - Corte Costituzionale: illegittimo l’art 19 lett. B) dello Statuto dei Lavoratori</font></strong></u><strong><font color="#ff0000"> </font>che limitava la possibilità di costituire rappresentanze sindacali aziendali soltanto nell’ambito delle associazioni sindacali firmatarie di contratti collettivi applicati in quella azienda. </strong></p><p align="justify"><strong>La decisione è stata adottata dalla Consulta nell’udienza del 2 luglio 2013 a seguito di alcune ordinanze di giudici del lavoro che avevano investito i Giudici delle Leggi della questione di legittimità costituzionale della norma sopra citata ritenuta in contrasto con gli artt. 2, 3, e 39 della Costituzione.</strong></p><p><strong>Come è noto la vicenda risale al contenzioso promosso dalla FIOM-CGIL nei confronti della FIAT. </strong></p><p align="justify"><strong>I Tribunali di Modena, Vercelli, Melfi e Torino, avevano sollevato la questione di legittimità costituzionale poiché quella disposizione impediva la partecipazione alle attività sindacali in azienda da parte del sindacato che non aveva sottoscritto il contratto applicato in quella unità produttiva; circostanza verificatasi proprio nella FIAT a seguito degli accordi di Pomigliano e Mirafiori</strong></p><p align="center"><strong><font style="font-size: 24px" color="#000000"> 23 luglio 2013: La sentenza della Corte costituzionale</font></strong></p><p align="justify"> </p><p align="justify"><u><strong><font style="font-size: 16px" color="#ff0000">02/07/2013 - Corte Costituzionale: illegittimo l’art 19 lett. B) dello Statuto dei Lavoratori</font></strong></u><strong><font color="#ff0000"> </font>che limitava la possibilità di costituire rappresentanze sindacali aziendali soltanto nell’ambito delle associazioni sindacali firmatarie di contratti collettivi applicati in quella azienda. </strong></p><p align="justify"><strong>La decisione è stata adottata dalla Consulta nell’udienza del 2 luglio 2013 a seguito di alcune ordinanze di giudici del lavoro che avevano investito i Giudici delle Leggi della questione di legittimità costituzionale della norma sopra citata ritenuta in contrasto con gli artt. 2, 3, e 39 della Costituzione.</strong></p><p><strong>Come è noto la vicenda risale al contenzioso promosso dalla FIOM-CGIL nei confronti della FIAT. </strong></p><p align="justify"><strong>I Tribunali di Modena, Vercelli, Melfi e Torino, avevano sollevato la questione di legittimità costituzionale poiché quella disposizione impediva la partecipazione alle attività sindacali in azienda da parte del sindacato che non aveva sottoscritto il contratto applicato in quella unità produttiva; circostanza verificatasi proprio nella FIAT a seguito degli accordi di Pomigliano e Mirafiori</strong></p>Le nuove relazioni sindacali2013-06-10T13:03:27Z2013-06-10T13:03:27Zhttp://www.csddl.it/csddl/diritto-sindacale-e-relazioni-industriali/le-nuove-relazioni-sindacali.htmlGaetano Venetodipierro@csddl.it<br /><p style="text-align: center; margin-bottom: 0pt" class="MsoNormal" align="center"><a href="images/documents/le_nuove_relazioni.pdf" target="_blank"><span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 12pt">UNA SPERANZA PER IL MONDO DEL LAVORO</span></a></p><a href="images/documents/le_nuove_relazioni.pdf" target="_blank"></a><p style="text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><a href="images/documents/le_nuove_relazioni.pdf" target="_blank"><strong><em><span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 16pt">LE NUOVE RELAZIONI SINDACALI</span></em></strong></a></p><p style="text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><em><span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 12pt">di Gaetano Veneto</span></em></p><br /><p style="text-align: center; margin-bottom: 0pt" class="MsoNormal" align="center"><a href="images/documents/le_nuove_relazioni.pdf" target="_blank"><span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 12pt">UNA SPERANZA PER IL MONDO DEL LAVORO</span></a></p><a href="images/documents/le_nuove_relazioni.pdf" target="_blank"></a><p style="text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><a href="images/documents/le_nuove_relazioni.pdf" target="_blank"><strong><em><span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 16pt">LE NUOVE RELAZIONI SINDACALI</span></em></strong></a></p><p style="text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><em><span style="line-height: 115%; font-family: 'Times New Roman','serif'; font-size: 12pt">di Gaetano Veneto</span></em></p>Accordo sulla rappresentanza2013-06-03T11:14:59Z2013-06-03T11:14:59Zhttp://www.csddl.it/csddl/diritto-sindacale-e-relazioni-industriali/accordo-sulla-rappresentanza.htmlAdministratorinfo@codexa.it<div class="art-title-home" align="center"><a href="images/call4papers/acc_rappr.pdf" target="_blank"><strong><em><font style="font-size: 18px; text-decoration: blink" color="#FF0000">Accordo sulla rappresentanza </font></em></strong></a></div><div class="art-title-home" align="center" style="text-decoration: blink"> <a href="images/call4papers/acc_rappr.pdf" target="_blank"><strong><em><font style="font-size: 18px" color="#FF0000">ed esigibilità dei CCNL<br /></font></em></strong></a></div><div class="art-author-home"> </div><div class="art-author-home" align="justify" style="font-size: 16px">Il testo dell'accordo del <strong><u>31 maggio 2013</u></strong> tra Confindustria, CGIL, CISL e UIL in applicazione dell'accordo del 28 giugno 2011 in materia di rappresentanza e rappresentativita per la stipula dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro<br /></div><div class="clear"> </div><div class="art-title-home" align="center"><a href="images/call4papers/acc_rappr.pdf" target="_blank"><strong><em><font style="font-size: 18px; text-decoration: blink" color="#FF0000">Accordo sulla rappresentanza </font></em></strong></a></div><div class="art-title-home" align="center" style="text-decoration: blink"> <a href="images/call4papers/acc_rappr.pdf" target="_blank"><strong><em><font style="font-size: 18px" color="#FF0000">ed esigibilità dei CCNL<br /></font></em></strong></a></div><div class="art-author-home"> </div><div class="art-author-home" align="justify" style="font-size: 16px">Il testo dell'accordo del <strong><u>31 maggio 2013</u></strong> tra Confindustria, CGIL, CISL e UIL in applicazione dell'accordo del 28 giugno 2011 in materia di rappresentanza e rappresentativita per la stipula dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro<br /></div><div class="clear"> </div>Modifiche all'art. 182012-09-24T09:12:55Z2012-09-24T09:12:55Zhttp://www.csddl.it/csddl/statuto-dei-lavoratori/modifiche-allart.-18.htmlAdministratorinfo@codexa.it<font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><h2 style="margin: 0.83em 0cm; text-align: center" align="center"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><strong>Articolo </strong></span><strong><span><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">18 L</span></span><span><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">. 20/05/1970 n. 300</span></span></strong></h2><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><h2 style="margin: 0.83em 0cm; text-align: center" align="center"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><strong>(VECCHIO TESTO)</strong></span></h2><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Ferma restando l'esperibilità delle procedure previste dall'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'articolo 2 della predetta legge o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di quindici prestatori di lavoro o più di cinque se trattasi di imprenditore agricolo, di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Tali disposizioni si applicano altresì ai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che nell'ambito dello stesso comune occupano più di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano più di cinque dipendenti, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che occupa alle sue dipendenze più di sessanta prestatori di lavoro (1) (2) .</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Ai fini del computo del numero dei prestatori di lavoro di cui primo comma si tiene conto anche dei lavoratori assunti con contratto di formazione e lavoro, dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale, per la quota di orario effettivamente svolto, tenendo conto, a tale proposito, che il computo delle unità lavorative fa riferimento all'orario previsto dalla contrattazione collettiva del settore. Non si computano il coniuge ed i parenti del datore di lavoro entro il secondo grado in linea diretta e in linea collaterale (1) (2).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Il computo dei limiti occupazionali di cui al secondo comma non incide su norme o istituti che prevedono agevolazioni finanziarie o creditizie (1) (2).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Il giudice con la sentenza di cui al primo comma condanna il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento di cui sia stata accertata l'inefficacia o l'invalidità stabilendo un'indennità commisurata alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dal momento del licenziamento al momento dell'effettiva reintegrazione; in ogni caso la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione globale di fatto (1).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Fermo restando il diritto al risarcimento del danno così come previsto al quarto comma, al prestatore di lavoro è data la facoltà di chiedere al datore di lavoro in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, un'indennità pari a quindici mensilità di retribuzione globale di fatto. Qualora il lavoratore entro trenta giorni dal ricevimento dell'invito del datore di lavoro non abbia ripreso il servizio, né abbia richiesto entro trenta giorni dalla comunicazione del deposito della sentenza il pagamento dell'indennità di cui al presente comma, il rapporto di lavoro si intende risolto allo spirare dei termini predetti (1).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">La sentenza pronunciata nel giudizio di cui al primo comma è provvisoriamente esecutiva.</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio di merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'articolo 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo comma ovvero all'ordinanza di cui al quarto comma, non impugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, al pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">(1) I primi cinque commi così sostituiscono gli originari primo e secondo comma per effetto dell'art. 1, l. 11 maggio 1990, n. 108.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">(2) A norma dell'articolo unico del D.P.R. 9 aprile 2003 è indetto il referendum abrogativo relativo al presente comma.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p align="center"><strong><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">* * * <span> </span>* * * <span> </span>* * *</font></span></strong><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><strong><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">NUOVO ARTICOLO 18</font></span></strong><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p align="center"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">(modif. da art. 1 L. 92/2012)</font></span><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><strong><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo</font></span></strong><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><em><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">42. All'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:<span> </span></font></span></em><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">a) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «Tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo»;<span> </span></font></span></em></p><p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><em><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">b) i commi dal primo al sesto sono sostituiti dai seguenti:<span> </span></font></span></em><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p align="justify"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">«Il giudice, con la sentenza con la quale dichiara la nullità del licenziamento perchè discriminatorio ai sensi dell'articolo 3 della legge 11 maggio 1990, n. 108, ovvero intimato in concomitanza col matrimonio ai sensi dell'articolo 35 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, o in violazione dei divieti di licenziamento di cui all'articolo 54, commi 1, 6, 7 e 9, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, ovvero perché riconducibile ad altri casi di nullità previsti dalla legge o determinato da un motivo illecito determinante ai sensi dell'articolo 1345 del codice civile, ordina al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, indipendentemente dal motivo formalmente addotto e quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro. La presente disposizione si applica anche ai dirigenti. A seguito dell'ordine di reintegrazione, il rapporto di lavoro si intende risolto quando il lavoratore non abbia ripreso servizio entro trenta giorni dall'invito del datore di lavoro, salvo il caso in cui abbia richiesto l'indennità di cui al terzo comma del presente articolo. Il regime di cui al presente articolo si applica anche al licenziamento dichiarato inefficace perchè intimato in forma orale. </font></span></p><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice, con la sentenza di cui al primo comma, condanna altresì il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento di cui sia stata accertata la nullità, stabilendo a tal fine un'indennità commisurata all'ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, dedotto quanto percepito, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative. In ogni caso la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità della retribuzione globale di fatto. Il datore di lavoro e' condannato inoltre, per il medesimo periodo, al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. </font></span><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Fermo restando il diritto al risarcimento del danno come previsto al secondo comma, al lavoratore e' data la facoltà di<span> </span>chiedere al datore di lavoro, in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, un'indennità pari a quindici mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, la cui richiesta determina la risoluzione del rapporto di lavoro, e che non e' assoggettata a contribuzione previdenziale. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">La richiesta dell'indennità deve essere effettuata entro trenta giorni dalla comunicazione<span> </span>del deposito della sentenza, o dall'invito del datore di lavoro a riprendere servizio, se anteriore alla predetta comunicazione. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice, nelle ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta causa addotti dal datore di lavoro, per insussistenza del fatto contestato ovvero perchè il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti collettivi ovvero dei codici disciplinari applicabili, annulla il licenziamento e condanna il datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro di cui al primo comma e al pagamento di un'indennità risarcitoria commisurata all'ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, dedotto quanto il lavoratore ha percepito, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative, nonchè quanto avrebbe potuto percepire dedicandosi con diligenza alla ricerca di una nuova occupazione. In ogni caso la misura dell'indennità risarcitoria non può essere superiore a dodici mensilità della retribuzione globale di fatto. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il datore di lavoro è condannato, altresì', al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva reintegrazione, maggiorati degli interessi nella misura legale senza applicazione di sanzioni per omessa o ritardata contribuzione, per un importo pari al differenziale contributivo esistente tra la contribuzione che sarebbe stata maturata nel rapporto di lavoro risolto dall'illegittimo licenziamento e quella accreditata al lavoratore in conseguenza dello svolgimento di altre attività lavorative. In quest'ultimo caso, qualora i contributi afferiscano ad altra gestione previdenziale, essi sono imputati d'ufficio alla gestione corrispondente all'attività lavorativa svolta dal dipendente licenziato, con addebito dei relativi costi al datore di lavoro. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">A seguito dell'ordine di reintegrazione, il rapporto di lavoro si intende risolto quando il lavoratore non abbia ripreso servizio entro<span> </span>trenta giorni dall'invito del datore di lavoro, salvo il caso in cui abbia richiesto l'indennità sostitutiva della reintegrazione nel posto di lavoro ai sensi del terzo comma. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice, nelle altre ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta<span> </span>causa addotti dal datore di lavoro, dichiara risolto il rapporto di lavoro con effetto dalla data del licenziamento e condanna il datore di lavoro al pagamento di un'indennità risarcitoria onnicomprensiva determinata tra un minimo di dodici e un massimo di ventiquattro mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, in relazione all'anzianità del lavoratore e tenuto conto del numero dei dipendenti occupati, delle dimensioni dell'attività economica, del comportamento e delle condizioni delle parti, con onere di specifica motivazione a tale riguardo. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Nell'ipotesi in cui il licenziamento sia dichiarato inefficace<span> </span>per violazione del requisito di motivazione di cui all'articolo 2,<span> </span>comma 2, della<span> </span>legge 15 luglio 1966, n. 604, e successive modificazioni, della procedura di cui all'articolo 7 della presente legge,<span> </span>o<span> </span>della procedura di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e successive modificazioni, si applica<span> </span>il<span> </span>regime<span> </span>di<span> </span>cui al quinto comma, ma con attribuzione al lavoratore di un'indennità risarcitoria onnicomprensiva determinata, in relazione alla<span> </span>gravità della violazione formale o procedurale commessa dal datore di lavoro, tra un minimo di sei e un massimo di<span> </span>dodici<span> </span>mensilità<span> </span>dell'ultima retribuzione globale di fatto, con onere di specifica motivazione a<span> </span>tale riguardo, a meno che il giudice, sulla base della domanda del lavoratore, accerti che vi e' anche un difetto di giustificazione del licenziamento, nel qual caso applica, in luogo d di quelle previste dal presente comma, le tutele di cui ai commi quarto, quinto o settimo. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice applica la medesima disciplina di cui<span> </span>al<span> </span>quarto<span> </span>comma del presente articolo nell'ipotesi in cui accerti<span> </span>il<span> </span>difetto<span> </span>di giustificazione del licenziamento<span> </span>intimato,<span> </span>anche<span> </span>ai<span> </span>sensi<span> </span>degli articoli 4, comma 4, e 10, comma 3, della legge 12 marzo 1999, n. 68, per motivo oggettivo consistente nell'inidoneità fisica<span> </span>o<span> </span>psichica del lavoratore, ovvero che il<span> </span>licenziamento e'<span> </span>stato<span> </span>intimato<span> </span>in violazione dell'articolo 2110, secondo comma, del codice civile. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Può altresì applicare la<span> </span>predetta disciplina nell'ipotesi in cui accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base<span> </span>del<span> </span>licenziamento per giustificato motivo oggettivo; nelle altre ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del predetto<span> </span>giustificato<span> </span>motivo,<span> </span>il giudice applica la disciplina di cui al quinto comma. In tale ultimo caso il giudice, ai fini della determinazione dell'indennità tra<span> </span>il minimo e il massimo previsti, tiene conto, oltre ai criteri di cui al quinto comma, delle iniziative assunte dal lavoratore per la<span> </span>ricerca di una nuova occupazione e del comportamento delle parti<span> </span>nell'ambito della procedura di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966,<span> </span>n. 604, e successive modificazioni. Qualora, nel corso<span> </span>del<span> </span>giudizio, sulla base della domanda formulata dal lavoratore, il licenziamento risulti determinato da ragioni<span> </span>discriminatorie o disciplinari, trovano applicazione le<span> </span>relative<span> </span>tutele previste dal presente articolo. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Le disposizioni dei commi dal quarto al settimo si applicano al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore,<span> </span>che<span> </span>in<span> </span>ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale<span> </span>ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze<span> </span>più<span> </span>di quindici lavoratori o più' di cinque se si tratta di imprenditore agricolo, nonchè al datore di lavoro, imprenditore o<span> </span>non imprenditore, che nell'ambito dello<span> </span>stesso<span> </span>comune<span> </span>occupa più<span> </span>di quindici dipendenti e all'impresa agricola che<span> </span>nel medesimo ambito territoriale occupa più di cinque dipendenti, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore<span> </span>di<span> </span>lavoro,<span> </span>imprenditore<span> </span>e<span> </span>non imprenditore, che occupa più di sessanta dipendenti. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Ai fini del computo del numero dei dipendenti<span> </span>di<span> </span>cui<span> </span>all'ottavo comma si tiene conto dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale per la quota di orario effettivamente<span> </span>svolto, tenendo conto, a tale<span> </span>proposito, che il computo delle unità lavorative fa riferimento all'orario previsto dalla contrattazione collettiva del settore. Non si computano il coniuge e i<span> </span>parenti<span> </span>del datore di lavoro entro il secondo grado in linea diretta e<span> </span>in<span> </span>linea collaterale. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il computo dei limiti occupazionali<span> </span>di<span> </span>cui<span> </span>all'ottavo comma non incide su<span> </span>norme<span> </span>o<span> </span>istituti<span> </span>che<span> </span>prevedono<span> </span>agevolazioni finanziarie o creditizie. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Nell'ipotesi di revoca del licenziamento, purchè effettuata entro il termine di quindici giorni dalla comunicazione al datore di lavoro dell'impugnazione del medesimo, il<span> </span>rapporto<span> </span>di<span> </span>lavoro<span> </span>si<span> </span>intende ripristinato<span> </span>senza<span> </span>soluzione<span> </span>di<span> </span>continuità,<span> </span>con diritto del lavoratore alla retribuzione maturata nel periodo precedente<span> </span>alla revoca, e non trovano applicazione i regimi sanzionatori previsti dal presente articolo»;</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000"><span> </span></font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio i merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'articolo 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile.</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa.</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000"><br />Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo comma ovvero all'ordinanza di cui </font></span><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">all'undicesimo comma</font></span>, non mpugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, il pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore</font></span><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">».</font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><h2 style="margin: 0.83em 0cm; text-align: center" align="center"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><strong>Articolo </strong></span><strong><span><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">18 L</span></span><span><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">. 20/05/1970 n. 300</span></span></strong></h2><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><h2 style="margin: 0.83em 0cm; text-align: center" align="center"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><strong>(VECCHIO TESTO)</strong></span></h2><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Ferma restando l'esperibilità delle procedure previste dall'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'articolo 2 della predetta legge o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di quindici prestatori di lavoro o più di cinque se trattasi di imprenditore agricolo, di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Tali disposizioni si applicano altresì ai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che nell'ambito dello stesso comune occupano più di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano più di cinque dipendenti, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che occupa alle sue dipendenze più di sessanta prestatori di lavoro (1) (2) .</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Ai fini del computo del numero dei prestatori di lavoro di cui primo comma si tiene conto anche dei lavoratori assunti con contratto di formazione e lavoro, dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale, per la quota di orario effettivamente svolto, tenendo conto, a tale proposito, che il computo delle unità lavorative fa riferimento all'orario previsto dalla contrattazione collettiva del settore. Non si computano il coniuge ed i parenti del datore di lavoro entro il secondo grado in linea diretta e in linea collaterale (1) (2).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Il computo dei limiti occupazionali di cui al secondo comma non incide su norme o istituti che prevedono agevolazioni finanziarie o creditizie (1) (2).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Il giudice con la sentenza di cui al primo comma condanna il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento di cui sia stata accertata l'inefficacia o l'invalidità stabilendo un'indennità commisurata alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dal momento del licenziamento al momento dell'effettiva reintegrazione; in ogni caso la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione globale di fatto (1).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Fermo restando il diritto al risarcimento del danno così come previsto al quarto comma, al prestatore di lavoro è data la facoltà di chiedere al datore di lavoro in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, un'indennità pari a quindici mensilità di retribuzione globale di fatto. Qualora il lavoratore entro trenta giorni dal ricevimento dell'invito del datore di lavoro non abbia ripreso il servizio, né abbia richiesto entro trenta giorni dalla comunicazione del deposito della sentenza il pagamento dell'indennità di cui al presente comma, il rapporto di lavoro si intende risolto allo spirare dei termini predetti (1).</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">La sentenza pronunciata nel giudizio di cui al primo comma è provvisoriamente esecutiva.</span></em></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio di merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'articolo 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo comma ovvero all'ordinanza di cui al quarto comma, non impugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, al pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">(1) I primi cinque commi così sostituiscono gli originari primo e secondo comma per effetto dell'art. 1, l. 11 maggio 1990, n. 108.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 12.55pt 0pt 0cm; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="color: black; font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt">(2) A norma dell'articolo unico del D.P.R. 9 aprile 2003 è indetto il referendum abrogativo relativo al presente comma.</span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p align="center"><strong><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">* * * <span> </span>* * * <span> </span>* * *</font></span></strong><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><strong><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">NUOVO ARTICOLO 18</font></span></strong><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p align="center"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">(modif. da art. 1 L. 92/2012)</font></span><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><strong><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo</font></span></strong><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center" class="MsoNormal" align="center"><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><em><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">42. All'articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:<span> </span></font></span></em><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><em><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">a) la rubrica e' sostituita dalla seguente: «Tutela del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo»;<span> </span></font></span></em></p><p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><em><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">b) i commi dal primo al sesto sono sostituiti dai seguenti:<span> </span></font></span></em><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font></p><p align="justify"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">«Il giudice, con la sentenza con la quale dichiara la nullità del licenziamento perchè discriminatorio ai sensi dell'articolo 3 della legge 11 maggio 1990, n. 108, ovvero intimato in concomitanza col matrimonio ai sensi dell'articolo 35 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, o in violazione dei divieti di licenziamento di cui all'articolo 54, commi 1, 6, 7 e 9, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, ovvero perché riconducibile ad altri casi di nullità previsti dalla legge o determinato da un motivo illecito determinante ai sensi dell'articolo 1345 del codice civile, ordina al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, indipendentemente dal motivo formalmente addotto e quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro. La presente disposizione si applica anche ai dirigenti. A seguito dell'ordine di reintegrazione, il rapporto di lavoro si intende risolto quando il lavoratore non abbia ripreso servizio entro trenta giorni dall'invito del datore di lavoro, salvo il caso in cui abbia richiesto l'indennità di cui al terzo comma del presente articolo. Il regime di cui al presente articolo si applica anche al licenziamento dichiarato inefficace perchè intimato in forma orale. </font></span></p><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice, con la sentenza di cui al primo comma, condanna altresì il datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore per il licenziamento di cui sia stata accertata la nullità, stabilendo a tal fine un'indennità commisurata all'ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, dedotto quanto percepito, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative. In ogni caso la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità della retribuzione globale di fatto. Il datore di lavoro e' condannato inoltre, per il medesimo periodo, al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. </font></span><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Fermo restando il diritto al risarcimento del danno come previsto al secondo comma, al lavoratore e' data la facoltà di<span> </span>chiedere al datore di lavoro, in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, un'indennità pari a quindici mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, la cui richiesta determina la risoluzione del rapporto di lavoro, e che non e' assoggettata a contribuzione previdenziale. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">La richiesta dell'indennità deve essere effettuata entro trenta giorni dalla comunicazione<span> </span>del deposito della sentenza, o dall'invito del datore di lavoro a riprendere servizio, se anteriore alla predetta comunicazione. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice, nelle ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta causa addotti dal datore di lavoro, per insussistenza del fatto contestato ovvero perchè il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti collettivi ovvero dei codici disciplinari applicabili, annulla il licenziamento e condanna il datore di lavoro alla reintegrazione nel posto di lavoro di cui al primo comma e al pagamento di un'indennità risarcitoria commisurata all'ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell'effettiva reintegrazione, dedotto quanto il lavoratore ha percepito, nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative, nonchè quanto avrebbe potuto percepire dedicandosi con diligenza alla ricerca di una nuova occupazione. In ogni caso la misura dell'indennità risarcitoria non può essere superiore a dodici mensilità della retribuzione globale di fatto. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il datore di lavoro è condannato, altresì', al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva reintegrazione, maggiorati degli interessi nella misura legale senza applicazione di sanzioni per omessa o ritardata contribuzione, per un importo pari al differenziale contributivo esistente tra la contribuzione che sarebbe stata maturata nel rapporto di lavoro risolto dall'illegittimo licenziamento e quella accreditata al lavoratore in conseguenza dello svolgimento di altre attività lavorative. In quest'ultimo caso, qualora i contributi afferiscano ad altra gestione previdenziale, essi sono imputati d'ufficio alla gestione corrispondente all'attività lavorativa svolta dal dipendente licenziato, con addebito dei relativi costi al datore di lavoro. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">A seguito dell'ordine di reintegrazione, il rapporto di lavoro si intende risolto quando il lavoratore non abbia ripreso servizio entro<span> </span>trenta giorni dall'invito del datore di lavoro, salvo il caso in cui abbia richiesto l'indennità sostitutiva della reintegrazione nel posto di lavoro ai sensi del terzo comma. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice, nelle altre ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta<span> </span>causa addotti dal datore di lavoro, dichiara risolto il rapporto di lavoro con effetto dalla data del licenziamento e condanna il datore di lavoro al pagamento di un'indennità risarcitoria onnicomprensiva determinata tra un minimo di dodici e un massimo di ventiquattro mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, in relazione all'anzianità del lavoratore e tenuto conto del numero dei dipendenti occupati, delle dimensioni dell'attività economica, del comportamento e delle condizioni delle parti, con onere di specifica motivazione a tale riguardo. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Nell'ipotesi in cui il licenziamento sia dichiarato inefficace<span> </span>per violazione del requisito di motivazione di cui all'articolo 2,<span> </span>comma 2, della<span> </span>legge 15 luglio 1966, n. 604, e successive modificazioni, della procedura di cui all'articolo 7 della presente legge,<span> </span>o<span> </span>della procedura di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e successive modificazioni, si applica<span> </span>il<span> </span>regime<span> </span>di<span> </span>cui al quinto comma, ma con attribuzione al lavoratore di un'indennità risarcitoria onnicomprensiva determinata, in relazione alla<span> </span>gravità della violazione formale o procedurale commessa dal datore di lavoro, tra un minimo di sei e un massimo di<span> </span>dodici<span> </span>mensilità<span> </span>dell'ultima retribuzione globale di fatto, con onere di specifica motivazione a<span> </span>tale riguardo, a meno che il giudice, sulla base della domanda del lavoratore, accerti che vi e' anche un difetto di giustificazione del licenziamento, nel qual caso applica, in luogo d di quelle previste dal presente comma, le tutele di cui ai commi quarto, quinto o settimo. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il giudice applica la medesima disciplina di cui<span> </span>al<span> </span>quarto<span> </span>comma del presente articolo nell'ipotesi in cui accerti<span> </span>il<span> </span>difetto<span> </span>di giustificazione del licenziamento<span> </span>intimato,<span> </span>anche<span> </span>ai<span> </span>sensi<span> </span>degli articoli 4, comma 4, e 10, comma 3, della legge 12 marzo 1999, n. 68, per motivo oggettivo consistente nell'inidoneità fisica<span> </span>o<span> </span>psichica del lavoratore, ovvero che il<span> </span>licenziamento e'<span> </span>stato<span> </span>intimato<span> </span>in violazione dell'articolo 2110, secondo comma, del codice civile. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Può altresì applicare la<span> </span>predetta disciplina nell'ipotesi in cui accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base<span> </span>del<span> </span>licenziamento per giustificato motivo oggettivo; nelle altre ipotesi in cui accerta che non ricorrono gli estremi del predetto<span> </span>giustificato<span> </span>motivo,<span> </span>il giudice applica la disciplina di cui al quinto comma. In tale ultimo caso il giudice, ai fini della determinazione dell'indennità tra<span> </span>il minimo e il massimo previsti, tiene conto, oltre ai criteri di cui al quinto comma, delle iniziative assunte dal lavoratore per la<span> </span>ricerca di una nuova occupazione e del comportamento delle parti<span> </span>nell'ambito della procedura di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966,<span> </span>n. 604, e successive modificazioni. Qualora, nel corso<span> </span>del<span> </span>giudizio, sulla base della domanda formulata dal lavoratore, il licenziamento risulti determinato da ragioni<span> </span>discriminatorie o disciplinari, trovano applicazione le<span> </span>relative<span> </span>tutele previste dal presente articolo. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Le disposizioni dei commi dal quarto al settimo si applicano al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore,<span> </span>che<span> </span>in<span> </span>ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale<span> </span>ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze<span> </span>più<span> </span>di quindici lavoratori o più' di cinque se si tratta di imprenditore agricolo, nonchè al datore di lavoro, imprenditore o<span> </span>non imprenditore, che nell'ambito dello<span> </span>stesso<span> </span>comune<span> </span>occupa più<span> </span>di quindici dipendenti e all'impresa agricola che<span> </span>nel medesimo ambito territoriale occupa più di cinque dipendenti, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore<span> </span>di<span> </span>lavoro,<span> </span>imprenditore<span> </span>e<span> </span>non imprenditore, che occupa più di sessanta dipendenti. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Ai fini del computo del numero dei dipendenti<span> </span>di<span> </span>cui<span> </span>all'ottavo comma si tiene conto dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale per la quota di orario effettivamente<span> </span>svolto, tenendo conto, a tale<span> </span>proposito, che il computo delle unità lavorative fa riferimento all'orario previsto dalla contrattazione collettiva del settore. Non si computano il coniuge e i<span> </span>parenti<span> </span>del datore di lavoro entro il secondo grado in linea diretta e<span> </span>in<span> </span>linea collaterale. </font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Il computo dei limiti occupazionali<span> </span>di<span> </span>cui<span> </span>all'ottavo comma non incide su<span> </span>norme<span> </span>o<span> </span>istituti<span> </span>che<span> </span>prevedono<span> </span>agevolazioni finanziarie o creditizie. </font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Nell'ipotesi di revoca del licenziamento, purchè effettuata entro il termine di quindici giorni dalla comunicazione al datore di lavoro dell'impugnazione del medesimo, il<span> </span>rapporto<span> </span>di<span> </span>lavoro<span> </span>si<span> </span>intende ripristinato<span> </span>senza<span> </span>soluzione<span> </span>di<span> </span>continuità,<span> </span>con diritto del lavoratore alla retribuzione maturata nel periodo precedente<span> </span>alla revoca, e non trovano applicazione i regimi sanzionatori previsti dal presente articolo»;</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000"><span> </span></font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio i merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'articolo 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile.</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"> </p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa.</font></span></p><p style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify" class="MsoNormal"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000"><br />Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'articolo 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo comma ovvero all'ordinanza di cui </font></span><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000"><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">all'undicesimo comma</font></span>, non mpugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, il pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore</font></span><span style="font-family: 'Verdana','sans-serif'; font-size: 10pt"><font color="#000000">».</font></span></p><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font><font face="Times New Roman" size="3" color="#000000"> </font>