Riforme - Jobs act - CSDDL.it - Centro Studi Diritto Dei LavoriCentro Studi Diritto dei Lavori - Bisceglie - A cura dell'Avv. Antonio Belsito e del Prof. Gaetano Venetohttp://www.csddl.it/csddl/jobs-act/atom.html2021-03-12T13:24:10ZJoomla! 1.5 - Open Source Content ManagementJobs Act ovvero: ancora pannicelli caldi2015-03-09T11:36:59Z2015-03-09T11:36:59Zhttp://www.csddl.it/csddl/jobs-act/jobs-act-ovvero-ancora-pannicelli-caldi.htmldi Antonio Belsitoinfo@codexa.it<p align="center"><em><strong>Nessuna riforma del lavoro può creare nuove occasioni di occupazione!</strong></em></p><p align="center"><strong style="font-size: 18px">JOBS ACT ... ovvero: ANCORA PANNICELLI CALDI</strong> </p><p align="justify">Non è affatto vero che le trovate renziane siano negative. Il premier è effettivamente mosso da valide intenzioni e va apprezzata la caparbietà e la voglia di far presto, stante la gravità della situazione, desiderio che mal si concilia con la mentalità della penosa classe politica scelta nominalmente dai segretari dei partiti e disinvoltamente voluta in forma bipartisan da comunisti e da berlusconiani.</p><p align="justify">D'altronde, se i parlamentari vengono scelti dai segretari e imposti agli italiani con elezioni farsa, perché scandalizzarsi della scelta di Premier non eletti dal popolo?</p><p align="justify">Il jobs act (parole non italiane e, quindi, offensive dell'orgoglio del popolo italiano, utilizzate perché verosimilmente ci si imbarazza a discutere nuovamente di riforme del lavoro stante i fallimenti di quelle dell'ultimo decennio!) presenta interessanti innovazioni, a prescindere da ultronee polemiche sull'art. 18 l. n. 300/1970 - per nulla incisivo nel mercato del lavoro - dannoso soltanto per i piccoli imprenditori che avevano il torto di superare il numero di 15 dipendenti e venivano, quindi, penalizzati allo stesso modo delle grandi aziende, anche a causa di una miopia legislativa troppo spesso lontana dai contesti sociali.</p><p align="justify">Tuttavia ciò è accaduto perchè, purtroppo, chi scrive i testi normativi solitamente non è un effettivo "addetto ai lavori" e, in quanto avulso dalla realtà, improvvisa progetti e programmi fantasiosi, non disdegnando precisazioni utili ad avvantaggiare solo qualcuno...</p><p align="justify">Ci si astiene dal commentare la nuova versione, del 2012, dell'art. 18 l. n. 300/1970 in quanto appare riscritto da "quattro amici al bar" e, pertanto, non meritevole di alcuna attenzione come, d'altronde, la ministra dalle lacrime di coccodrillo che lo ha firmato.</p><p align="justify">Oggi, con queste nuove disposizioni - se è innegabile la possibilità, neanche indiretta, che si possa ottenere, magicamente, la creazione di nuovi posti di lavoro - si cerca di dare un piccolo aiuto alle poche imprese sopravvissute allo stritolamento fiscale posto in essere dagli ultimi tre governi. Perciò possono andare bene le "tutele crescenti" e gli innumerevoli piccoli interventi (non più contratti di collaborazione, tranne quelli previsti da contratti collettivi come per i lavoratori nei call center), ma non si devono più raccontare frottole poiché l'economia non ripartirà con l'ennesima riforma del lavoro che non può creare occasioni di occupazione!</p><p align="justify">Gli italiani sono stanchi di essere rappresentati da servi delle lobby finanziarie che si pregiano di declamare grandi cambiamenti e non sono in grado di concretizzare la maggior parte delle promesse, anche a causa di tanti autoritari politicanti che continuano impunemente ad approfittare della situazione, in barba a sei milioni di italiani ridotti alla povertà ed ai vani propositi di riduzione dello spreco del denaro pubblico.</p><p align="justify">Si vorrebbero persone davvero serie e capaci come governanti. Dovendosi accontentare dell'ex sindaco di Firenze, accordandogli la buona fede sui suoi annunci, si chiede di smetterla di prendere in giro gli italiani e di non essere servo delle lobby europee. L'Unione europea non può essere schiava dei potenti ma deve portare benessere a tutti i suoi cittadini.</p><p align="justify">Le teorie dei grandi economisti del passato devono sopravvivere alle trovate di improvvisati dell'ultima ora, alquanto interessati. L'economia, infatti, ripartirebbe solo ed esclusivamente se un Governo - composto da Uomini seri e competenti - avviasse lavori pubblici (possibilmente senza ruberie) ne, soprattutto, smettesse di sperperare denaro pubblico, continuando a pressare il popolo con tasse e balzelli vergognosi che nulla hanno a che fare con una democrazia civile e moderna.</p><p align="justify">Il jobs act, insomma, potrebbe anche andare bene (bisognerebbe però scrivere leggi chiare e sintetiche!); tuttavia, come con altri interventi del passato, ancora una volta si vorrebbe curare una malattia grave con ... pannicelli caldi!</p><p align="justify">Con qualche decimale positivo dopo tanti anni di crollo, non si recupera un bel niente ... </p><p> </p><p align="center"><em><strong>Nessuna riforma del lavoro può creare nuove occasioni di occupazione!</strong></em></p><p align="center"><strong style="font-size: 18px">JOBS ACT ... ovvero: ANCORA PANNICELLI CALDI</strong> </p><p align="justify">Non è affatto vero che le trovate renziane siano negative. Il premier è effettivamente mosso da valide intenzioni e va apprezzata la caparbietà e la voglia di far presto, stante la gravità della situazione, desiderio che mal si concilia con la mentalità della penosa classe politica scelta nominalmente dai segretari dei partiti e disinvoltamente voluta in forma bipartisan da comunisti e da berlusconiani.</p><p align="justify">D'altronde, se i parlamentari vengono scelti dai segretari e imposti agli italiani con elezioni farsa, perché scandalizzarsi della scelta di Premier non eletti dal popolo?</p><p align="justify">Il jobs act (parole non italiane e, quindi, offensive dell'orgoglio del popolo italiano, utilizzate perché verosimilmente ci si imbarazza a discutere nuovamente di riforme del lavoro stante i fallimenti di quelle dell'ultimo decennio!) presenta interessanti innovazioni, a prescindere da ultronee polemiche sull'art. 18 l. n. 300/1970 - per nulla incisivo nel mercato del lavoro - dannoso soltanto per i piccoli imprenditori che avevano il torto di superare il numero di 15 dipendenti e venivano, quindi, penalizzati allo stesso modo delle grandi aziende, anche a causa di una miopia legislativa troppo spesso lontana dai contesti sociali.</p><p align="justify">Tuttavia ciò è accaduto perchè, purtroppo, chi scrive i testi normativi solitamente non è un effettivo "addetto ai lavori" e, in quanto avulso dalla realtà, improvvisa progetti e programmi fantasiosi, non disdegnando precisazioni utili ad avvantaggiare solo qualcuno...</p><p align="justify">Ci si astiene dal commentare la nuova versione, del 2012, dell'art. 18 l. n. 300/1970 in quanto appare riscritto da "quattro amici al bar" e, pertanto, non meritevole di alcuna attenzione come, d'altronde, la ministra dalle lacrime di coccodrillo che lo ha firmato.</p><p align="justify">Oggi, con queste nuove disposizioni - se è innegabile la possibilità, neanche indiretta, che si possa ottenere, magicamente, la creazione di nuovi posti di lavoro - si cerca di dare un piccolo aiuto alle poche imprese sopravvissute allo stritolamento fiscale posto in essere dagli ultimi tre governi. Perciò possono andare bene le "tutele crescenti" e gli innumerevoli piccoli interventi (non più contratti di collaborazione, tranne quelli previsti da contratti collettivi come per i lavoratori nei call center), ma non si devono più raccontare frottole poiché l'economia non ripartirà con l'ennesima riforma del lavoro che non può creare occasioni di occupazione!</p><p align="justify">Gli italiani sono stanchi di essere rappresentati da servi delle lobby finanziarie che si pregiano di declamare grandi cambiamenti e non sono in grado di concretizzare la maggior parte delle promesse, anche a causa di tanti autoritari politicanti che continuano impunemente ad approfittare della situazione, in barba a sei milioni di italiani ridotti alla povertà ed ai vani propositi di riduzione dello spreco del denaro pubblico.</p><p align="justify">Si vorrebbero persone davvero serie e capaci come governanti. Dovendosi accontentare dell'ex sindaco di Firenze, accordandogli la buona fede sui suoi annunci, si chiede di smetterla di prendere in giro gli italiani e di non essere servo delle lobby europee. L'Unione europea non può essere schiava dei potenti ma deve portare benessere a tutti i suoi cittadini.</p><p align="justify">Le teorie dei grandi economisti del passato devono sopravvivere alle trovate di improvvisati dell'ultima ora, alquanto interessati. L'economia, infatti, ripartirebbe solo ed esclusivamente se un Governo - composto da Uomini seri e competenti - avviasse lavori pubblici (possibilmente senza ruberie) ne, soprattutto, smettesse di sperperare denaro pubblico, continuando a pressare il popolo con tasse e balzelli vergognosi che nulla hanno a che fare con una democrazia civile e moderna.</p><p align="justify">Il jobs act, insomma, potrebbe anche andare bene (bisognerebbe però scrivere leggi chiare e sintetiche!); tuttavia, come con altri interventi del passato, ancora una volta si vorrebbe curare una malattia grave con ... pannicelli caldi!</p><p align="justify">Con qualche decimale positivo dopo tanti anni di crollo, non si recupera un bel niente ... </p><p> </p>Contributi2015-02-24T18:20:16Z2015-02-24T18:20:16Zhttp://www.csddl.it/csddl/jobs-act/contributi.htmlAdministratorinfo@codexa.it<p><strong>Il job act ed il 2015</strong></p><p><em>di Gaetano Veneto</em> </p><p> </p><p><strong>Job act e contratto a tutele crescenti</strong></p><p><em>di Clarenza Binetti</em> </p><p> </p><p><strong>Il job act ed il 2015</strong></p><p><em>di Gaetano Veneto</em> </p><p> </p><p><strong>Job act e contratto a tutele crescenti</strong></p><p><em>di Clarenza Binetti</em> </p><p> </p>